Giornata internazionale della donna: la segretaria Cisl Papaleo intervistata dalla Gazzetta di Modena

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Occupazione, welfare e pari opportunità. Sono i temi di cui ha parlato la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale, intervistata oggi dalla giornalista Paola Ducci della Gazzetta di Modena in occasione della Giornata internazionale della donna.

Papaleo, cosa possiamo mettere in evidenza riguardo all’occupazione femminile della nostra provincia?
«I dati Istat e Cnel ci illustrano che la crescita del Pil in Italia è stata accompagnata dall’aumento dell’impoverimento lavorativo, che colpisce soprattutto i giovani e le donne. Queste due categorie sociali hanno sofferto più di tutti la pandemia e le sue conseguenze. Nello specifico dell’occupazione femminile non siamo tornati di certo a livelli pre-covid. Da dati regionali in linea con quelli provinciali, nei primi nove mesi del 2021 su 29.228 posizioni dipendenti create, solo 11.479 posizioni sono state ricoperte da donne (39,3%). Poi ci sono i lavoratori inattivi, ovvero coloro che da dopo la pandemia non sono tornati al lavoro per vari motivi e sebbene, rispetto al 2020, se ne registri un calo di 11 mila unità (di cui 7 mila sono donne), sono ancora un numero importante».

Cosa continua a frenare l’occupazione femminile?
«In primo luogo una lenta ripartenza di alcuni settori, per esempio parte del terziario, in cui il livello di occupazione femminile era alto. In più non dobbiamo dimenticare che le donne sono molto spesso impiegate in settori più soggetti al precariato. Questo perché spesso la loro storia lavorativa è costellata di interruzioni determinate dal fatto che ancora oggi i carichi di cura per assistenza alla famiglia (bambini e anziani) sono delegati alle donne».

Questo cosa determina?
«Intanto un forte impatto sia a livello di retribuzione che di contribuzione dovendo ricorrere involontariamente al part–time o a periodi di permessi e congedi; in più esiste una preclusione alle posizioni apicali dettata molto spesso anche da pregiudizi di carattere culturale. Nelle aziende, così come in moltissime organizzazioni, le pari opportunità non sono sempre rispettate. Anche nella nostra organizzazione sindacale, benché attentissima e sensibile al tema da parte di tutti i suoi componenti, su 19 segretari di categoria solo quattro sono donne».

Cosa si può fare?
«Intanto potenziare ancora di più i servizi all’infanzia, nonostante la nostra provincia sia praticamente in linea con gli standard richiesti dall’Europa, potenziare i congedi parentali per incentivarne l’utilizzo anche degli uomini. Di fondamentale importanza diventa l’applicazione del “Codice delle pari opportunità” attraverso la contrattazione di secondo livello, in quanto nella nuova versione è previsto l’obbligo di redigere un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile per le aziende a partire da 50 dipendenti con l’introduzione della “Certificazione di parità” che darà diritto ad accedere a sgravi previdenziali e alcuni premi (legge 162/ 2021)».

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