A un modenese di 33 anni l’altro giorno è stata fissata al 7 settembre una visita allergologica.
Per un over 70 residente in provincia che ha bisogno di una visita oculistica l’agenda è piena e ancora non ha una data disponibile.
Idem per un altro ultra 70 enne, che aspetta un tac in quanto soffre di patologie degenerative.
Aspetta addirittura da un anno e sei mesi una donna residente in città – anch’ella over 70 – che deve farsi asportare una cisti seborroica.
Altri i casi riguardano il Cip (centro interno di prenotazione per le cronicità) del policlinico di Modena.
Presa in carico dal reparto di gastroenterologia per patologie del fegato e intestino, una donna di oltre 70 anni fino a febbraio ha avuto appuntamenti di controllo per le cure effettuate a domicilio, presi direttamente in reparto dallo specialista. Ora che deve passare tramite il Cip del policlinico, salta la scadenza del controllo per confermare o meno la terapia ogni sei mesi, arrivando fino a un anno.
Problemi con il Cip del policlinico sono segnalati anche per la dermatologia (il paziente ha una patologia oncologica).
«I dati che raccogliamo ci servono quando andiamo a fare la contrattazione socio-sanitaria sia con la Regione che con i Comuni e le aziende sanitarie locali – spiega la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo –
L’obiettivo non è la mera contrapposizione tra sindacato e istituzioni, ma il confronto e la verifica tra i principi base o linee guida e ciò che accade concretamente nei territori.
Il diritto alla salute non può essere messo in discussione, a maggior ragione per le persone più fragili».