Modena, Reggio e l’intero Paese hanno bisogno ora di una legge chiara sulla cittadinanza. Dando per acquisiti i grandi temi valoriali, parliamo di economia: non facciamo più figli, entro il 2042 mancherà nelle due province il 22% di forza lavoro e ci ostiniamo a cacciare talenti e manodopera qualificata senza passaporto italiano, insistendo con la fabbrica di disagio e illegalità prodotta dalla legge Bossi Fini e dalla lotteria dei click day. Qualcuno si alzi in piedi e mi spieghi come pagheremo le pensioni e i grandi servizi pubblici. Il nodo è tutto qui, come fotografano i numeri pubblicati dalla Gazzetta di Modena e dalla Gazzetta di Reggio nei giorni scorsi”.
E’ netta nell’analisi Rosamaria Papaleo, Segretaria generale della Cisl Emilia Centrale, sindacato che da tempo analizza i rischi del crollo demografico che sta scippando il futuro al Paese. “A Modena nel 2023 gli ultranovantenni sono stati il 58% in più dei nuovi nati, a Reggio il 30%. Lo scorso anno nelle due province sono nati 4.081 bimbi in meno rispetto a 15 anni fa. Stiamo andando a braccia aperte incontro al declino e, per questo, chiedo alla classe politica di uscire dalla curva nord e di fare una scelta da larghe intese, coraggiosa ma inevitabile”.
IUS SCHOLAE, LA STRADA MAESTRA
Cisl Emilia Centrale crede fermamente che lo Ius Scholae sia la strada maestra da seguire. La Gazzetta ha messo bene in chiaro che sui banchi di scuola modenesi e reggiani ci sono 33.114 alunni senza cittadinanza italiana. A Modena c’è il secondo dato più grande a livello regionale, uno dei primi dieci su scala nazionale.
“Lo Ius Scholae può essere un cambiamento potente. Riconoscere la cittadinanza equivale ad un patto con questi giovani: crediamo in voi, finalmente sarete bene accolti per i vostri progetti di vita come lavoratori, professionisti, imprenditori e genitori – prosegue la leader della Cisl –. La nostra condanna più grossa sarebbe l’inazione. Lo dico al mondo della politica ma anche a quello delle imprese. Imprese che possono avere un ruolo notevole nello sbloccare la partita cittadinanza parlando in modo chiaro al legislatore. Impegno che il nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha peraltro declinato in modo netto. Procrastinare ancora la riforma renderà Modena, Reggio e il Paese sempre e soltanto zone di transito”.
RINUNCIAMO AI CERVELLI.
CLICK DAY E LAVORO NERO
Lo spiega Istat, lo spiegano i dati demografici: il saldo migratorio 2023 segna 158 persone rimaste a Modena, a Reggio 667 unità (su 5.398 immigrati).
Incalza Papaleo: “A chi resta diciamo di godersi la lotteria dei permessi di soggiorno, diciamo che la cittadinanza la vedrà col binocolo perché il mercato elettorale, sempre più invecchiato, premia le proposte restrittive. Intanto speriamo che il click day venga rimosso, solo una piccolissima parte di chi passa con questo sistema ottiene un contratto regolare. Il 23-24% a livello nazionale, in alcune regioni del Sud il 3% e lo ammette la stessa Premier Meloni. Cifre che significano lavoro nero e illegalità galoppanti”.
Aggiungiamo nel mixer case pazze dai prezzi impossibili (Modena e Reggio sono al top del caro casa) e così rinunciamo ad attrarre cervelli e competenze qualificate o da qualificare. Quel che resta, per certi versi, è carne da cannone per i lavori più duri. Il dossier immigrazione che cura anche Cisl evidenzia che solo il 6.2% degli emiliano-romagnoli svolge impieghi a bassa qualifica, a fronte del 25.2% degli stranieri. Per non dire che il tasso di occupazione in questa regione, per chi ha la cittadinanza italiana, è più del 6% superiore a quello degli stranieri.
LA FUGA DEGLI UNDER 30
“Mettiamoci nei panni dei 33.114 alunni senza cittadinanza che oggi frequentano gli asili e le aule modenesi e reggiane – chiede Papaleo –. Sinceramente, chi crede che potranno scegliere di vivere a Modena e Reggio se la parabola che offriamo alle loro famiglie è quella di trovare impieghi spesso irregolari in edilizia, in agricoltura e nei lavori domestici? E’ per questo, non per altro, che a Modena e Reggio si è registrata in un decennio (2012-2021) una crescita di lavoratori stranieri contenuta (9.7% a Modena, 2.6% a Reggio) ma gli under 30 sono scappati altrove (-9% a Modena, -17% a Reggio) e gli over 50 aumentano a due cifre percentuali, col picco del 76% a Reggio, come documenta Lapam”.
IL DERBY DELL’ASSURDO
Il corollario, per la segretaria Cisl Emilia Centrale, è che “natalità e immigrazione dovrebbero essere politiche complementari e non alternative, se si vuole garantire la ripartenza di Modena e Reggio. Italiani contro immigrati è un derby dell’assurdo, un paradosso che, se non fermato, ci trascinerà a fondo. Ecco perché sbloccare la partita della cittadinanza sarebbe la prima tappa di una rivoluzione chiamata fiducia nell’economia e nel welfare”.